11 APR 2022 TIME EXPERIENCE COMMERCIAL 

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La scommessa urbana di Laura Lieto

https://www.ilmattino.it/video/i_forum_del_mattino_l_assessore_laura_lieto_ospite_della_web_tv-6389722.html?fbclid=IwAR2LctOJU57yRtfCAqd-8qNUS-5AG0tL_hfPseIcZ882FnATS0hi0ihvtuw

Time Experience pubblica il link del Forum-Il Mattino (tenutosi Giovedì 16 Setembre 2021) con il  nuovo Assessore all'Urbanistica al Comune di Napoli Prof.ssa Laura Lieto (come docente alla Facoltà di Architettura - Federico II) e precisamente "Assessore all'Urbanistica, con delega a: urbanistica, decoro urbano, edilizia pubblica e privata, abusivismo, condono, toponomastica,politiche della casa per gli aspetti urbanistico-edilizi, beni comuni e coordinamento funzionale delle partecipate operanti nel settore di competenza".

di cui pubblichiamo una veloce sintesi sempre offerta da Il Mattino :

Il decoro urbano: Il problema del decoro è l'esito dell'incrocio di una serie di processi vari. Tutto ciò che si vede in strada, i senzatetto, i problemi di degrado igienico sanitari sono evidentemente l'esito di questioni e processi diversi. Noi stiamo cercando di risolvere il problema innanzitutto da un punto di vista organizzativo, abbiamo formato un coordinamento tra assessorati, in particolare: l'assessorato alle politiche sociali,  l'assessorato all'urbanistica, decoro e l'assessorato alla sicurezza e alla legalità. Ciò ci consente di avere un tavolo tecnico e integrato poiché noi non vogliamo dover agire solo ed esclusivamente in maniera repressiva”.

La trasformazione urbana: “Noi stiamo implementando un modello che interviene sulla parte fisica della trasformazione e con strumenti dispositivi e politiche che accompagnano la trasformazione sociale dei luoghi fisici. Il vero problema, che è un problema di tutte le grandi città, è come accompagnare queste trasformazioni fisiche affinché i cittadini le recepiscano e le assumano come proprie. È fondamentale associare dei dispositivi di accompagnamento sociale della trasformazione a buoni progetti che sappiano realizzare un cambiamento all'altezza delle aspirazioni della città. In questo momento il mio assessorato sta affrontando i primi bandi del Pnrr, proprio in queste ore stiamo chiudendo il primo bando complementare gestito dalla regione Campania sui quartieri di edilizia residenziale pubblica e abbiamo realizzato un primo lotto di progetti di riqualificazione e rigenerazione dei quartieri periferici».

L'immobilismo:”Noi su questo stiamo investendo molto lavoro, sia sull'ascolto e sulla ricezione delle istanze da parte della città sia su una riforma di ordine generale del sistema regolativo, di cui qualunque grande città ha bisogno. Vorrei che fosse chiaro un concetto, l'opera, la realizzazione di un progetto è il segnale di una trasformazione e di una trasformazione e di una capacità di governo che è molto più complessiva. Noi stiamo incontrando una città che ha un forte bisogno di un coordinamento da un punto di vista strutturale, da un punto di vista dell'accessibilità agli spazi pubblici».

Il centro direzionale: “Il centro direzionale è un contesto di grandissima importanza e si trova in una posizione strategica. È sicuramente nostra intenzione, riattivare il centro direzionale anche da un punto di vista di attrattive. Ci sono punti della città che sono indubbiamente sovraffollati ed equilibrarli, sfruttando un grande spazio come il centro direzionale, sarebbe l'ideale”.

La piaga di Bagnoli: “Bagnoli è tecnicamente un problema maligno che si è andato affermando nel tempo. Bagnoli è il cuore di una grande partizione urbana che è l'area flegrea e gode di una posizione straordinaria, per questo noi stiamo facendo un'operazione di ricognizione. Bagnoli è uno dei siti più studiati, ci sono moltissimi dati. Noi come governo abbiamo la necessità di agire costruendo bene il tavolo da “gioco”…”.

L'incarico: “Lavorare con Gaetano Manfredi è evidentemente un'opportunità. Noi urbanisti, pianificatori, passiamo la vita a studiare quello che succede sul campo, nelle città e in qualche modo coltiviamo quest'ambizione, questo valore che è il servizio pubblico. E dunque io ho l'opportunità di farlo, non avrei mai potuto tirarmi indietro”.

Il tempo libero: La mia più grande passione è il vagabondaggio. Amo andare in motorino, il mio tempo libero è la città, le città, conoscerle, girare, studiarle e osservarle. Ciò che faccio ora è certamente un'estensione del mio lavoro da docente e ricercatrice”.

Personalmente avevo avuto l'esigenza di confrontarmi con Lei subito dopo aver letto la  sua pubblicazione (sviluppata insieme a Laura Basco, Enrico Formato per la casa editrice napoletana Cronopio nel 2012), dal titolo "Americans-Città e territorio ai tempi dell'impero", di cui  riportimo il testo del retrocopertina: 

L'influenza che il “modo americano di fare città” ha esercitato sui processi di urbanizzazione nell'ultimo secolo è la questione di fondo con cui si misura questo libro, il quale muove dal riconoscimento della natura “imperiale” dei dispositivi di produzione dello spazio urbano che emergono nel panorama statunitense tra Otto e Novecento e che risultano nel tempo operanti su una scala progressivamente globale.

In questa prospettiva, vengono sviluppati tre discorsi, ciascuno teso a dare corpo a uno specifico dispositivo: la metropoli ad alta concentrazione di popolazione e capitale, la suburbia della crescita intensiva e a bassa densità, la città autosufficiente di matrice comunitaria.  All’interno del rapporto storicamente complesso tra Europa e Stati Uniti che si può concepire il carattere eccezionalista del potere americano, la sua aspirazione a sottrarsi al corso della storia cui tutti gli altri poteri costituiti sarebbero invece tenuti a sottostare. Ed è all'interno di questo rapporto che si è determinata una forma di dominio globale che, fino a pochi anni fa, poteva dirsi incontrastata.

In una fase, come quella attuale, in cui si affacciano nuove forme di impero, quando è a rischio la stabilità economica e sociale di milioni di abitanti delle città, la pianificazione urbana si manifesta nel pieno della sua condizione dilemmatica, e ciononostante si riconosce il compito di coltivare una coscienza della crisi che si misuri con la violenza del potere capitalistico, ma che sia anche in grado di cogliere il potenziale che, nelle pieghe del sistema, E: in attesa di manifestarsi come nuovo progetto sociale nello spazio.