11 APR 2022 TIME EXPERIENCE COMMERCIAL 

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Intervista all' Arch. Gianfranco VECCHIATO (by Mario Mangone)

                         Intervista all'Assessore all’Urbanistica del Comune di Venezia

                                                   Arch. Gianfranco VECCHIATO

                                                                    (anno 2008)

 

 

Di questa parte del territorio e della città, nei confronti del paese e più in generale dei suoi rapporti  culturali ed economici.

Io credo che a legare identità e storia delle nostre città italiane, che sono appunto la storia delle mille città italiane, ci sono diversi denominatori comuni, che sono quelli legati sicuramente quelle legate  dal fatto che queste città,cosiddette del mediterraneo, hanno delle visioni, nel loro ritmo di vita, nel rapporto con l’ambiente,  con il tempo, con il commercio  e con le leggi ed  abitudini di vita che spesso si assomigliano.

 

Venezia fra l’altro nel 1861 non faceva ancora parte del Regno d’Italia, faceva ancora parte dell’Impero austro ungarico e quest’ultimo aveva nel 1846 prodotto proprio qui una delle prime opere, anche queste si avvicinano con Napoli, perché il Regno delle Due Sicilie con i Borboni aveva fatto qualche anno prima, il primo tratto ferroviario della Napoli Portici, nel 1846 primo tra gli interventi che poi avvennero nella altre zone del Nord Italia , la prima tratta che unì per la prima volta Venezia che era una città insulare,  con la terraferma con il  primo ponte ferroviario completato appunto nel 1846.

 

Altre questioni che legano la storia di una Venezia più recente, quella del ‘900 con Napoli è la storia della sua industrializzazione.

Venezia non ha ospitato al proprio interno grandi fabbriche, ma nel 1917, nel pieno della prima guerra mondiale, veniva firmato a Roma, la prima convenzione che istituiva la zona Industriale di Marghera. Nel dopoguerra nel 1925-1926 con un editto che allargava la grande Venezia il perimetro del comune, partiva sostanzialmente quella che sarebbe stata  l’avventura della prima, poi  successivamente la seconda zona industriale. Negli anni ’60  era in previsione una terza zona industriale, che fu fermata a seguito degli eventi della grande alluvione del 1966. Nei decenni più recenti anche qui si è assistito ad una riconversione progressiva delle zone industriali che hanno subito un forte processo di trasformazione, anche di cambiamenti soprattutto per quanto riguarda alcuni settori che sono diventati improduttivi o fuori mercato e si è posto,  qui come altrove, il problema della riconversione.

 

Anche Napoli ha avuto poi il tema della riconversione della zona industriale di Bagnoli, Ecco, ci sono anche qui aspetti diversi, ma che in qualche modo toccano  motivi di carattere amministrativo sul come queste città, che si affacciano sul mare, poi devono in qualche modo trovare delle soluzioni che da un lato riconvertano zone che sono state attraversate anche da processi di forte inquinamento con una riconversione ambientale, costi per tutto questo  ed anche le capacità di assorbire ed ottenere finanziamenti. Dei finanziamenti che hanno bisogno di progetti. Una delle questioni che caratterizzano fra l’altro Venezia all’interno del Nord Est , o  comunque più in generale dei suoi rapporti con la pianura Padana, è il fatto di essere una città vocata alla logistica. Nel Comune di Venezia che è un Comune molto vasto come estensione, ma dentro alla quale estensione   quasi  il 50% dell’area del Comune di Venezia  è data dall’acqua della laguna, che non è semplicemente un fluido, ma l’elemento  connettivo e della storia  sia della città e  del suo sistema di relazioni economiche ed umane. In questo contesto del Comune di Venezia abbiamo alcuni enti sovraordinati, come l’Ente Porto, l’ Aeroporto, fino a qualche anno fa c’erano delle aree cosiddette “aree proibite”,   perché avevano una assoluta autonomia, che erano le aree industriali e solo in anni più recenti,  da circa dieci,  dodici anni, il Comune di Venezia è ritornato ad essere in qualche modo compartecipe  delle scelte di  queste zone, ci sono poi però vaste aree demaniali, tutta la laguna ha un Ente che è il Magistrato alle Acque, che in qualche modo è autonomo ed in qualche misura  sovraordina le scelte rispetto al Comune di Venezia, abbiamo una Legge Speciale con una Commissione, quella di Salvaguardia,  che esamina i propri progetti,  ci sono le competenze delle Soprintendenze,  ci sono poi parte del territorio attraversate da autostrade che hanno anche queste  delle loro autonomie e specificità: le Ferrovie dello Stato. Cioè noi abbiamo contato  sostanzialmente all’interno del nostro Comune circa undici  enti, che sono soggetti con cui  cerchiamo sempre di collaborare, ma che  creano nello stesso tempo, quelle complessità nell’amministrazione quotidiana e nelle scelte    che spesso altri comuni magari  non hanno in eguale  misura. Se a tutto ciò si aggiungono naturalmente i connotati storico, urbanistici e culturali unici  della città, il fatto che la popolazione è andata gradualmente scendendo, dal dopoguerra ad oggi Venezia ha perso quasi due terzi degli abitanti che fotografavano la presenza nel censimento del 1951 ed in parte però questi abitanti si sono da un lato distribuiti in terra ferma e dall’altra  sono abitanti che sono andati a collocarsi  nelle aree di  cintura,   cioè quelle che sono le aree dove una  volta erano di  pochi  abitanti  Adesso tutta la zona metropolitana di Venezia non ha la densità e non ha certamente il numero di abitanti dell’area metropolitana  che gravita intorno a Napoli, però rapportata al resto del Veneto diciamo che è una delle zone che non a caso sono state inserite nel contesto delle città cosiddette delle aree metropolitane, non solo per il suo valore naturalmente storico e per la  complessità urbana ma perché bisogna ricordarsi che anche se Venezia città  oramai ha circa 60.000  abitanti, è una città  che ospita ogni anno, tra turisti occasionali e persone  che qui dimorano per qualche giorno, qualcosa come circa venti milioni di turisti. Quindi è il sistema di trasporti il sistema di collegamenti e servizi, che pur essendo normalmente impegnato per  60.000 o  100.000 abitanti, di fatto poi deve servire una popolazione gigantesca ed enorme. 

 

Io credo che ci siano diverse possibilità da parte di Venezia e di questa zona del Veneto di poter trovare elementi di connessione, di raccordo con il Sud-Italia  e con Napoli in particolare, vorrei citarne tre.

Noi come sistema paese siamo chiamati sempre più spesso, negli ultimi anni  di fronte ad una globalizzazione dei mercati, di fronte al  fatto  che stanno cambiando fortemente le società che abitano questi territori, ad un sistema di integrazione   sia culturale ed anche di carattere economico ed  amministrativo, che non conosce molte differenze tra le varie zone del mondo. Ci sono alcune cose però sulle quali  si può portare un contributo reciproco  ed è per esempio, tanto per ritagliare una fetta importante che è importante soprattutto per l’Italia , dove il Prodotto Interno Lordo conta molto sull’aspetto  della storia artistica delle città, sui luoghi, sui monumenti,   sulla bellezza delle sue  architetture, sulla capacità di dotarsi di  scuole di restauro, nella  ricerca  che riguarda per esempio il modo con cui  stia cambiando  il clima  la laguna, il mare innalzamento delle acque che una dlle questioni  che certamente riguarderanno tutte le città costiere. Se di fatto fosse realistica la previsione che  si sta facendo di un innalzamento del livello dei mari che alcuni ritengono di diverse decine di centimetri altri parlano addirittura di metri è evidente  che  questo tema diventa di attualità oggi perché le future generazioni si troveranno con dei cambiamenti da questo punto di vista assolutamente epocali. Quindi abbiamo tutti la necessità soprattutto le città costiere di lavorare in questo senso,  di fornirci di dati e di contare sul fatto che quest’Italia dei comuni,  quest’ Italia delle cento città è la famosa ed è  rimasta soprattutto rilevante per le grandi bellezze e che quelli che ci hanno proceduto  hanno lasciato.

Napoli ha interi settori, anche dal punto di vista della storia artistica della città, ma direi anche dal punto di vista geologico, che devono essere non solo studiati, verificati ed approfonditi,  ma devono trovare nell’ambito del riassetto urbanistico i  modi migliori perché gli investimenti vadano nella direzione una volta per tutte di riqualificare parti della città che non  sono degradate spesso sopra  soprasuolo ma anche nel  sottosuolo. Questo è un tema seppure diverso cha ha  delle facce anche nel nostro territorio lagunare. Per molti secoli Venezia ha lottato contro il fatto che gradualmente potessero interrarsi parti della laguna, che era il suo humus vitale, ma anche il luogo naturale di difesa, una delle poche città  al mondo, forse l’unica, che non era circondata da castelli o da mura, perché i castelli e le mura di Venezia  erano le acque che la circondavano.  E’ un sistema naturalmente di difesa .

Quindi noi in questo periodo che caratterizza l’inizio del nuovo secolo, essendo tutti per età,  persone che provengono dal secolo precedente quindi in qualche modo portatori di un trade union tra quelle che saranno le grandi conquiste, si spera nel campo di vari settori, soprattutto nel campo della  biotecnologia, biologia,  delle scienze umane,  vediamo dove siamo più arretrati e dove queste parti di arretramento che possono riguardare le leggi possono riguardare i modi entro i quali non  si regolano più alcuni sistemi, lì noi dobbiamo alzare il livello e darci tutti una mano, perché mi pare che i denominatori comuni, molto più oggi di cinquant’anni fa, unificano vasti strati del paese tra Nord e Sud.

Spesso ci dicono alcuni che anche noi ci siamo meridionalizzati, nel senso che quello che era una caratteristica che veniva dipinto dai settentrionali nei confronti delle  persone del sud e cioè un non eccessivo rispetto delle regole, un non essere pronti alle questioni, in realtà è avvenuto gradualmente anche da noi. Naturalmente penso che ci siano alcune possibilità più specifiche e ne cito appunto alcune, di collaborazione tra sistemi. Uscendo un attimo dall’aspetto specialistico che riguarda la scienza e la tecnologia, dal punto di vista amministrativo credo che possa essere sicuramente di aiuto portare le reciproche esperienze sul piano dei rapporti amministrativi, magari sul settore della pianificazione strategica, che noi abbiamo anche come assessorato,  dal punto di vista della formazione degli strumenti e dai risultati che siamo riusciti ad ottenere puntando diciamo le forze dell’amministrazione pubblica,  che come si sa, visto che sono unificati tutti i comuni italiani dalle ristrettezze dei bilanci,  dalla carenza   delle risorse  finanziarie,  sulla capacità di poter sfruttare  al  massimo queste risorse e poter reggere  diciamo una sfida dal punto di vista del rapporto con le esigenze delle persone. Certamente uno dei primi punti che caratterizzano anche il nostro territorio c’è quello delle infrastrutture, dentro ed al di fuori     della città, la qualità della vita  è una degli argomenti che più interessano le persone, non sono solo legate naturalmente alla  sicurezza del  quotidiano, al modo in cui si riesce a gestire il proprio territorio, il proprio spazio. Napoli è stata attraversata di recente dalla questione delle spazzature. Be’ noi abbiamo un problema  molto particolare in quanto naturalmente essendo città d’acqua, le spazzature vengono depositate lungo le rive, c’è un sistema di raccolta  dei rifiuti, anche su questo naturalmente l’amministrazione sta lavorando perché la presenza di molti milioni di turisti caratterizza molto spesso anche dei problemi, per quanto la tenuta il decoro. Abbiamo un assessorato fra l’altro al Decoro, che si occupa proprio di questo, ma soprattutto c’è nel nostro comune una realtà molto importante, che è quella di Marghera, dove le spazzature vengono sostanzialmente convogliate, sono rifiuti separati a seconda  naturalmente della loro composizione, vengono riciclati e si trasformano in energia e danno energia pulita. Ci sono altri obiettivi, che le trasformazioni della zona  industriale  di Marghera possono fornire come ad esempio la trasformazione in idrogeno ed anche il fatto che i costi delle bonifiche è diventato di tale rilevanza, da richiedere un ragionamento di sistema e non più calato  area per area. Su questo c’è una casistica che riguarda certamente il nostro Comune e ci sono delle esperienze che noi possiamo trasferire e trasmettere ad altre amministrazioni. Credo che ci siano delle possibilità di intervenire tra le esperienze del Comune di Venezia e quella che può essere l’area napoletana, anche sotto il profilo dei rapporti tra le università, l’Università di Architettura di Venezia e l’Università di Ca’ Foscari, che su questo loro  specifico  terreno hanno un pedigree di tutto rispetto, so che hanno per loro tradizione anche rapporti naturalmente con le università italiane, ma  mi pare che tra le eccellenze che caratterizzano alcuni settori dell’esperienza  meridionale, soprattutto nel campo della ricerca in medicina, nei settori della medicina, ma anche in quella nel campo del restauro,  possano essere  elementi sui quali si  possa costruire una condivisione.

 

Venezia dal 1987 fa parte delle città dell’UNESCO, che sono Patrimonio Mondiale dell’Umanità, abbiamo tutta una serie di esperienze su come i fondi  dell’Unesco  qui , siano stati poi impiegati, impegnati,  c’è un rapporto collaudato,   come  i fondi della Legge Speciale  che sono stati molto ristretti negli ultimi anni a seguito degli impegni   che sono stati   dirottati sulle opere del MOSE, quelli che dovrebbero difendere Venezia dalle Acque alte, però c’è tutto un sistema collaudato della trasmissione dei fondi che arrivano attraverso Legge Speciale ai privati per il Restauro ed il controllo poi da parte dell’Amministrazione, che potrebbe essere  utile anche ad altre  realtà italiane.

Infine a me pare di poter segnalare, come se dovessimo fare il bilancio di questi decenni più in generale è difficile che questo possa essere un esame ed un bilancio diciamo a tinte unite. Bisogna vedere su quali settori,  anche noi, siamo andati via,  via,  più indietro rispetto a dove si era magari quando la società o la città era più abitata ed  innervata da una vivacità  culturale interna, fatta  soprattutto  dalla presenza dei  cittadini, ma bisogna anche  tener conto di come sia cambiata però il costume la società che ci è intorno. Venezia è una città internazionale è aperta al dialogo alla non discriminazione aperta al rapporto con il diverso, come lo sono in genere tutte le città di mare per la loro storia viaggiando per mari incontrando altri popoli la loro natura il loro dna è proprio quelle di essere città in qualche modo vocate a questo. Da questo punto di vista credo che ci siano molti elementi per poter ragionare assieme anche su come comportarci come essere e di essere preparati di fronte al cambiamento che stanno avendo in modo multienico le nostre società. Credo quindi che il tema dell’immigrazione dell’utilizzo e dell’integrazione nei comuni, delle popolazioni che provengono da altre zone del mondo, sia un tema delicato ed ovviamente non solo di ordine pubblico o di leggi, deve essere un tema culturale, certamente legato alla    sicurezza delle persone di leggi, ma è legato soprattutto dalla possibilità di fare emergere ciascuno dal proprio interno, le energie migliori e le capacità e di poter trovare sui questo piano il meglio che ogni persona ha dentro di se.  Soprattutto quello che spaventa in maniera anche giustificata vasti strati di popolazione è quello della insicurezza. Insicurezza che deriva da una incertezza dell’economia, da una incertezza di posti di lavoro, da un processo che si è fatto  tumultuoso dal punto di vista della globalizzazione. Per certi aspetti non c’è più un vero settentrione, come non c’è più un vero meridione. Se   noi andiamo a Monaco siamo giudicati comunque dei meridionali, i bavaresi sono dei meridionali rispetto a quelli che abitano a Lubecca . Allora questa questione di carattere geografico che con l’allargamento dei confini e con quello che ha caratterizzato l’ottocento attraverso le due guerre mondiali ha portato ad una progressiva integrazione per ora soprattutto dal punto di vista economico bisogna che sia una integrazione sopratutto culturale e dal punto di vista dell’identità di popoli che deve rimanere perché credo che sia la ricchezza di ciascuno salvaguardare ed anzi caratterizzare  la propria identità ma in questa identità avere un progetto comune. Quello che avevano immaginato alcuni dei padri dell’unità nazionale va oggi credo soprattutto leto nella sua parte migliore  e cioè non doveva essere e non dovrebbe essere una coercizione di cultura che dal centro si allarga alla periferia deve rimanere valida e soprattutto ricca la personalità e l’identità delle popolazioni ognuno portando la ricchezza dell’altro una parte della propria storia od il proprio percorso.

 

La notizia che Milano ha avuto per il 2015 l’affidamento dell’Expò, è una notizia che naturalmente interessa il Nord in particolare, il paese in particolare ma per certi aspetti anche per quanto riguarda Venezia. Non c’è dubbio che chi arriva a Milano quasi sempre farà una sosta a Venezia , perché Milano dista da Venezia come ben sapete ben trecento chilometri e fra l’altro è dotata di un aeroporto internazionale che è il terzo in Italia e che ha tra i suoi programmi quello di una connessione allìAlta Velocità ch dovrebbe caratterizzarsi nei prossimi anni nel corridoio 5 , passando per Torino, Milano, Venezia e Trieste dovrebbe collegarci con l’Est Europa. All’interno di questo appuntamento del 2015 anche Venezia sta pensando di presentarsi con una serie di opere che ne caratterizzino alcuni importanti trasformazioni. Noi abbiamo fin dall’inizio del mandato di questa amministrazione abbiamo stretto un rapporto molto preciso con il Comune di Padova e denoto che dal punto di vista della consistenza dell’area metropolitana il triangolo che per certi aspetti caratterizza il Nord Ovest d’Italia che è dato dallo storico triangolo Torino, Genova , Milano,  per quanto riguarda Venezia sia ha all’interno del Nord Est  e vede il suo punto di forza tra Venezia, Padova e Treviso.  Sono città che distano fra l’altro tra i 25 e 30 km. . All’interno di questa  zona metropolitana stanziano circa un milione di persone. Queste città insieme hanno molti punti di eccellenza dal punto di vista produttivo, ad esempio tutta la zona che va da Padova a Treviso , che comprende anche l’alto vicentino che è una di quelle più vivaci dal punto di vista economico per le piccole e  medie aziende, dal punto di vista universitario, non c’è dubbio che Padova rappresenta pure collegata con Venezia e pure con Treviso, soprattutto per quanto riguarda alcune facoltà come quella di medicina, a Padova , rappresentano dei punti di grande rilievo. Venezia ha poi l’aeroporto dicevo internazionale terzo in Italia, c’è ne un altro a Verona in grande espansione ed in Friuli, praticamente fra Gorizia e Trieste  c’è l’aeroporto dei Ronchi  dei Legionari che si collegherà probabilmente in futuro con l’Alta Velocità. Vicinissimo all’aeroporto di Venezia poi  in grande espansione c’è l’aeroporto  Canova di Treviso. Quindi questa vivacità dal punto di vista dei commerci e delle attività d’impresa soffre per carenze di carattere infrastrutturale. Storicamente fra l’altro il Nord Est che è stato fino ai decenni successivi al dopoguerra  soprattutto  un  bacino, salvo qualche area,   sostanzialmente agricolo che fino agli anni ’60 esportava ancora  emigranti ha conosciuto una maturità ed un grande processo di trasformazione soprattutto dagli anni ’60 fino a tutti gli anni ’90.

La globalizzazione certamente è stata ed ancora tutt’ora una sfida molto importante e soprattutto per le piccole imprese perché impone diciamo una continua evoluzione, un continuo mettersi in sfida e confronto con sistemi globali. Devo dire che alla perdita di molte imprese sono subentrate delle trasformazioni che in questo momento stanno rilanciando alcune delle medie imprese anche nel campo internazionale e tutto sommato in questo contesto molto difficile il sistema economico sta reggendo.

 

La carenza di infrastrutture però è profonda quindi tutto una serie di investimenti in parte fondate su investimenti che provengono dall’Unione Europea che sono in ritardo rispetto alle previsioni stanno adesso marciando con delle scadenze molto ravvicinate ed uno di questi che è noto a livello nazionale, perché ogni volta che dettano i bollettini del traffico spunta ed è la tangenziale nodo di Mestre dovrebbe essere in gran parte superato tra la fine del 2009 e gli inizi del 2010 con l’ideazione del “passante”, che oramai in fase di avanzato completamento. C’è anche stato qualche anno fa la ristrutturazione dell’aeroporto Marco Polo di Venezia , che proprio quest’anno celebra i cinquantanni della sua costruzione. Il porto di Venezia che è in fase di rilancio e noi abbiamo con Padova fra l’altro un interscambio per quanto riguarda il porto di Venezia , l’interporto di Padova c’è un tema molto importante che riguarda il Veneto sulla presenza di fiere la più importante che abbiamo nel veneto è quella di Verona, a livello internazionale, quella di Padova è importante ma regge ancora con fatica , c’è stato un progetto di recente di questa amministrazione tra il sindaco Cacciari ed il Presidente di Save dell’aeroporto e la Regione del Veneto che ha visto la presenza del governatore Galan per un quadrante a Tessera la zona dove sorge l’aeroporto che dovrebbe consentire da un lato la creazione di uno stadio, il nuovo Casinò che andrebbe ricollocato qui  e poi soprattutto la presenza di strutture che ospitino destinazioni di eccellenza e dovrebbero essere destinazioni che in qualche modo rappresentano i marchi le  vivacità di tutto il Nord Est e sarebbero legati sia dal punto di vista infrastrutturale che dal punto di vista logistico con l’aeoroporto con l’Alta Velocità e come dicevo prima negli ultimi piani della ferrovia dovrebbe incastrarsi sotto  all’aeoroporto , deve essere il primo aeroporto che si trova sotto una stazione di Alta velocità. Tutto il sistema quindi  dei rapporti tra Venezia ed il suo hinterland sono rapporti che sono in fase di trasformazione. Il corridoio 5 ci collegherà molto più velocemente con Milano, abbiamo dei piani come quelli della regione che identificano i piano regionali di coordinamento le connessioni sia di tipo infrastrutturale che dal punto di vista ambientale che dal punto di vista degli investimenti sostanzialmente su due aree . La prima che è l’area del veronese e la seconda che è quella dell’asse Vicenza-Padova-Treviso-Venezia ,

Rispetto al resto del Nord Italia i nostri rapporti con le principali città del Nord ci sono naturalmente Venenzia fa parte dell’Anci come l’associazione di altri comuni  italiani ognuno porta le sue esperienze specialmente per esempio con Milano  è evidente che l’Expò del 2015 è molto importante anche per  Venezia perché porterà come indotto molta gente a passare di qua ma perché può dare una spinta per quanto riguarda gli investimenti. Un accordo che Venezia ha fatto dal punto di vista storico nelle carte che abbiamo nei nostri cassetti l’Adriatico veniva definito il Golfo di Venezia , questa era l’importanza e la potenza della Repubblica fino a tutto il ‘700 . Il rapporto che noi abbiamo con Trieste per esempio dal punto di vista  della funzionalità dei porti e dell’interscambio delle merci è stato recentemente rafforzato siglando tra l’Interporto ma anche con il Comune di Venezia ed il Comune di Trieste un accordo perché ci sia uno scambio continuo nel rafforzamento di una “vision” in sintonia tra queste due realtà dell’alto adriatico. Trieste naturalmente ha dei problemi legati alla mancanza di territorio ma ha un grande rapporto con i paesi dell’Est Europa . Venezia può fornire nell’alto Adriatico ugualmente funzioni di logistiche , di crocieristica, di assoluta qualità. Il rapporto poi che può esistere ancora da questo punto di vista tra il Nord Italia o meglio ancora tra il centro europa e la nostra realtà locale è dato non solo storicamente dal fatto che essendo più vicini dell’area meridionale per motivi geografici a paesi che sono  praticamente tutti di alta qualità civile ed economica, penso all’Austria da cui distiamo circa duecento chilometri o la Baviera hanno spesso fatto di Venezia un po’ il terminal dei paesi del centro europa che non affacciano sull’acqua.C’era un vecchio progetto ancora degli anni ’60 …… che poi non è andato mai avanti, adesso si cerca di rafforzare questo rapporto con il centro europa utilizzando delle tratte meno invasive dal punto di vista territoriale in direzione della Carnia e specialmente utilizzando di più la ferrovia. Credo che Vnenzia sia da questo punto di vista sia una città ancora cosmopolita che ha per sua natura non solo per sua natura la presenza di culture internazionali ma ospita prestigiose Fondazioni di carattere internazionale che mantengono la nostra  città in una tensione di assoluta rilevanza. Mi riferisco alle mostre del tipo la Biennale, la  Mostra del Cinema, mi riferisco alla presenza di diverse altre Fondazioni come la Gugheneim , riguarda gli interventi ultimi nella nostra città che riguardano la trasformazione in gallerie d’arte temporanee, come le punte della dogana con progetto di Tadao Ando, il Ponte di Calatrava che è un simbolo di modernità in una parte di Venezia che ancora aspetta  di essere compiutamente innovata, parlo della testata di Piazzale Roma che grosso modo nei suoi connotati è ancora simile a quella che fu inaugurata  nel 1932  dal Principe di Piemonte, ma soprattutto il fatto che ci sono delle realtà della città che hanno sempre visto stratificarsi generazioni per generazioni anche dal punto di vista della rappresentazione del proprio tempo, manufatti ed elementi .  integrativi che hanno saputo integrarsi . Questo aspetto che riguarda le pietre non può essere passato anche attraverso le menti delle persone che li hanno concepiti e questo fa parte del dna della città , quindi questo aspetto deve essere tenuto presente dai contemporanei perché avendo perduto nei processi molto accelerati che hanno avuto le ultime due generazioni questo rapporto con il tempo , la manualità , con la pietra e con la durata che attraverso l’architettura i nostri predecessori intendevano dare alla loro testimonianza , ora è tutto diventato tutto più effimero, tutto si gioca sulla base di quello che può durare e poi di anno in anno si butta e si ricicla ecco questi aspetti qui sono elementi che oggi nel rivisitare la nostra storia anche quella degli ultimi decenni consideriamo che forse sono stati trascurati ed oggi spesso ne paghiamo le conseguenze. Un rallentamento ed una riflessione su  questo ed ad una riflessione su questo creso ci possa aiutare molto lo spirito del Sud , che spesso è più riflessivo del nostro e spesso ci ha portato elementi di saggezza. Io credo che questo sia uno degli elementi ricchezza dell’Italia il fatto che nella diversità delle nostre provenienze ma anche nella necessità come sistema paese di vedere le nostre città elementi di forza non solo di debolezza possa caratterizzare la spinta che le amministrazioni e quelli che le rappresentano possano darsi per i prossimi anni ed anche per i prossimi obiettivi. L’Unione Europea ha saputo valorizzare verso risorse finanziarie che hanno     soprattutto chi aveva inmano dei progetti e che ha saputo in tempi brevi utilizzare  queste risorse che venivano messe a disposizione. Un esempio per tutti è la Spagna. Siamo stati tra i fondatori dell’Unione Europea e spesso non abbiamo saputo impiegare  queste risorse se per innovarsi quanto per consolidare l’esistente. Questa è una nostra caratteristica che ha attraversato anche la nostra comunità attraverso la legge speciale arrivavano i soldi si fa si sistema, No bisogna che da questo punto di vista ci siano e ci sono tutte le condizioni perché anche degli elementi positivi ed anche sulle riflessioni sul passato provenga una spinta propulsiva …..di varia intimistica ed improduttiva sul nostro tempo. Io quindi sono ottimista perché anche questa iniziativa che viene svolta attraverso , questo contatto che Mangone sta facendo sia utile a trovare insieme ad altre questioni la strada che stiamo tutti cercando.