11 APR 2022 TIME EXPERIENCE COMMERCIAL 

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Come nasce il Salone del Mobile?

 

Come nasce il Salone del Mobile? Il primo nucleo fondante del Salone del Mobile è stato naturalmente la Fiera Campionaria nel 1961, con 328 espositori e 12.100 visitatori (ricordarsi bene queste cifre, per capire bene poi il fenomeno nella sua attuale maturazione).

La Fiera, in quel periodo, è solo la vetrina di una filiera larga sul piano territoriale, che inizia ad articolarsi in forme quasi spontanee. Ma in questo caso la spontaneità non è sintomo di caos, confusione e mancanza di regole, ma sintomo di una profonda affermazione, di una cultura territoriale, di un "ethos", derivante da relazioni profonde con il proprio "tempo", dalla volontà di affermare un proprio potere identitario sul proprio territorio, poco dedito alle direttive del mercato europeo (tedesco in particolar modo), un sovranismo urbano ante litteram. Insomma ci riferiamo al cosiddetto potere del "fare".

Lunghe filiere costituite da artigiani, piccoli imprenditori, tecnici-progettisti, designer, supporti finanziari, esperti di comunicazione hanno via via, sempre più affinato, un format urbano-territoriale, in sintonia con le tendenze del "life style" globale. Infatti poi nel 2000, in piena fase post-industriale, ha la capacità di leggere bene nelle pieghe di riflusso funzionale dei suoi spazi e si apre ad una convinta sperimentazione d'uso urbano, come l'allargamento del Salone del Mobile al Fuori Salone, in Zona Tortona, nei pressi del fascio binari di Porta Genova, insieme ad altre realtà commerciali diffuse in città e con la definitiva destinazione di Rho Fiera a spazio espositivo fieristico di livello internazionale.

Da allora una crescita esponenziale sino allo scorso anno (2018), dove abbiamo: 435.000 presenze da 188 paesi; 2.350 espositori su 205.000 mq. di superficie espositiva, 550 giovani designer al Salone Satellite; tutto ciò solo nella nuova Fiera di Rho. Poi 500.000 visitatori al Fuori Salone, cioè distribuiti in 1.400 eventi e 560 feste o party organizzate in 11 distretti urbani con forte identità urbana come: Brera, Lambrate, Isola, Porta Venezia, Ventura, Bovisa, Triennale ecc. ; 1200 strutture di accoglienza tra hotel & accomodation, +75% rincaro medio affitto in zona Tortona, 23.000 imprese coinvolte, 150.000 addetti ai lavori, 230 milioni di € come volume di business stimato, 38 milioni di € incasso degli albergatori , 80% delle camere occupate negli hotel della provincia di Milano fino ad Arona, 20 milioni d'incasso per catering, ecc. ecc. Tralasciamo tutta la ricaduta su tutto il mondo pubblicitario, attraverso reti digitali social, riviste, articoli, informazione televisiva e cartacea. Insomma uno degli eventi urbani più importanti al mondo, se non il più importante, in questo settore. Come vogliamo chiamare tutto ciò? E' qualcosa che va studiato? Analizzato? Per ricavarne delle lezioni, che non possono valere  forse, per la nostra realtà urbana, ma almeno permettere di leggere il termometro della "città" meneghina, quale direzione sta tentando d'imboccare. Quali sono nella sua storia moderna le tappe fondamentali che hanno fondato la sua attuale specificità urbana per capire se oggi, Milano,  risponde realmente ad essa o ad un modello eventualmente riproducibile, in altre realtà urbane. Modello da applicare, imitare, senza di essa o in collaborazione con essa? 

Questo nostro viaggio vuole allora allargare il campo d’osservazione e nel fare ciò ci aiutiamo con materiali prodotti e registrati negli anni precedenti, nell’ambito di alcuni progetti curati dall’Associazione GRON, dal titolo “Mondonapoli-Verso l’internazionalizzazione e l’innovazione del territorio euromediterraneo”, una ricerca che pur partendo da Napoli, tentava di registrare ciò che stava succedendo  sul territorio italiano, nelle maggiori realtà metropolitane italiane, in particolar modo quelle del nord (Torino, Genova, Milano e Venezia), per capire innanzitutto cosa stava succedendo da quelle parti, come vedevano il sud e Napoli in quel periodo specifico (2008), prima delle Celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia (2011), Forum delle Culture - Napoli (2013) ed Expo 2015-Milano, per poi capire Napoli con quali risposte si stava attrezzando in quel preciso contesto. Questo passaggio potrà far capire meglio quanto sia importante quella faglia temporale, sul come da allora si siano delineate le scelte, le decisioni, che hanno gettato le basi, forse, per il consolidamento dell’attuale modello Milano o per meglio dire l’aggravamento od ulteriore separazione tra il Nord - Sud in Italia ed in Europa, tutti elementi che permettono oggi alle classi dirigenti della città meneghina nell'offrirsi come faro, direzione, modello d’innovazione territoriale, per l’intero sistema paese; considerarsi unica realtà capace d'indicare, forse anche gestire, le modalità con cui  superare le nostre difficoltà. 

La storia di Fuorisalone, intervista a Paolo Casati | Video Sky